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Costruisci con noi la Rassegna Antiabilista!

La lotta intersezionale non è solo nostra, è anche tua, è di tuttə – perché questa società l’abbiamo costruita insieme. E, purtroppo, l’abbiamo creata a misura di un solo tipo di persona: quella momentaneamente non disabile e neurotipica. Ogni barriera che esiste è il frutto di una costruzione storica e collettiva che esclude una parte enorme della nostra comunità. E questa esclusione è nostra responsabilità.

Per questo abbiamo deciso di organizzare una serie di incontri per affrontare questi limiti, per mettere in discussione una società che esclude e che non riconosce i diritti delle persone disabili e/o neurodivergenti. Ogni evento della Rassegna Antiabilista non è solo un’opportunità per parlare di accessibilità, ma un atto di cura e di responsabilità condivisa. Ma tutto questo richiede tantissimi costi, che da solə non possiamo sostenere: interpretariato LIS, mezzi di trasporto accessibili, tracce audiodescrittive e molto altro. Perché l’accessibilità non è un favore, ma un diritto.

Costruisci con noi la Rassegna Antiabilista, prendi parte al cambiamento che ci riguarda tuttə. Non possiamo farlo da solə, è un impegno collettivo, una battaglia che possiamo vincere solo insieme.

Sostenendoci, non solo aiuti a creare un evento accessibile, ma diventi parte di un cambiamento necessario. Garantiamo la massima trasparenza: ogni volta che raggiungeremo un obiettivo, condivideremo qui su Instagram e su Ko-fi la foto e il pagamento per mostrarti come vengono utilizzati i fondi.

➡ Se vuoi donare per una specifica attività (es. accessibilità dei trasporti, interpretariato LIS, ecc.), vai nella sezione “commissions” dove trovi le spese dettagliate per ogni singola voce. Così puoi vedere esattamente dove vanno i tuoi soldi.

➡ Se preferisci fare una donazione generale per supportare l’intera rassegna, puoi farlo direttamente sulla pagina principale del nostro Ko-fi.

Ogni gesto (anche il più piccolo) è un passo verso una società che finalmente si misura con le necessità di tuttə, senza esclusioni. Il privilegio non è una colpa, ma decostruirlo è una responsabilità e tocca a noi.

Vai al nostro Ko-Fi (link esterno).

Canto al buio: se la cultura è per poche, è a rischio la libertà di tutte

Canto al buio: se la cultura è per poche, è a rischio la libertà di tutte

Siamo quasi a metà di una fantastica serata fatta di musica, dialogo e in-formazione queer e antiabilista.

Cristina Luciani e Maria Esposito ci hanno fatto ascoltare le loro voci potenti sulle note di A Million Dreams e Born This Way, e Grazia ha già tirato fuori tantissime domande belle toste per loro e per le altre attiviste dell’UICI Veneto (link esterno) (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti).

Ne ha appena fatta una ancora più tosta però: “Le persone della comunità LGBTQIA+ del vostro gruppo come vivono l’intersezione tra la loro identità di genere e orientamento sessuale e la disabilità visiva?”

Ed è a questo punto che Martina Andreella sgancia la bomba: “Ero una donna cis etero convintissima… Ma poi ho scoperto le donne”. No, non è questa la bomba, per quanto il passaggio da etero convinta a convivenza con la sua morosa e la loro cagnolina sia piaciuto troppo a tutta la sala!

Martina racconta che ha modo di scoprirsi in un ambiente aperto come l’università di Psicologia e di viversi con serenità, e di sentirsi per questo davvero fortunata.

Il problema però è stato il resto del mondo.

Infatti, a questo punto, sarebbe più corretto dire che la bomba l’ha lanciata sua mamma: “Disabile e lesbica? Avrai una vita durissima”.

C’è chi guarda con odio o con pena a persone come Martina e questo è sicuramente un enorme problema. Ma quando un genitore teme per la serenità di una figlia in quanto disabile e queer, risulta ancora più evidente l’urgenza di azioni rapide e concrete.

Ecco perché è natala la Rassegna Antiabilista del Padova Pride: perché escludere corpi da eventi artistici e politici, come ad esempio il Pride, significa togliere alle persone la capacità di autodeterminarsi.

Quello con cui non facciamo mai i conti, è che le minoranze e le soggettività che subiscono discriminazioni, tutte insieme, costituiscono una parte enorme della società. Persone socializzate come donne, razializzate, neurodivergenti, queer, persone povere, persone con disabilità.

Se ci arrendiamo all’idea che la cultura e la politica siano per pochi eletti (maschile sovraesteso intenzionale), cosa resta della partecipazione e della rappresentazione di chi ne ha più bisogno, di chi è già sistematicamente escluso dal “nostro” sistema capitalista?

Per questo durante gli eventi della Rassegna Antiabilista parleremo con persone direttamente interessate dall’esclusione dalla vita politica e artistica, per conoscere e divulgare buone pratiche di accessibilità per eventi offline, online e opere artistiche!

Iniziamo subito da un riassunto delle best practice per garantire l’accessibilità culturale per le persone con disabilità visiva, facendoci guidare dalle domande di Grazia e dalle idee e conoscenze delle attiviste UICI!

Se volete approfondire trovate sulle pagine Instagram @padovapride e @uici_veneto l’intera diretta (link esterno) dell’evento “Canto nel buio”!

 

 

Quali sono le best practice da adottare per rendere accessibili eventi culturali in spazi fisici?

 

Non esistono musei e mostre realmente accessibili senza un personale formato!

Una guida formata è in grado di strutturare visite ad hoc, descrizioni delle opere artistiche adeguate alle esigenze della singola persona, anche in base alle caratteristiche della specifica disabilità visiva. Ad esempio, la persona è nata cieca? Ha mai visto i colori? Quanto deve essere dettagliata la descrizione e su quali dettagli dovrebbe concentrarsi?

Spesso si fa l’errore di considerare le audioguide indicatori di accessibilità, ma:

– sono standardizzate

– è complicato trovare i numeri delle tracce corrispondenti alle opere (complice anche la frequente mancanza di una segnaletica adeguata in braille)

– non considerano modalità specifiche di fruizione delle opere.

Pensiamo ad esempio a una persona cieca dalla nascita che non ha mai visto forme e colori, ma desidera comprendere com’è fatta una scultura: la descrizione audio sarà decisamente inutile, mentre la possibilità di toccare la scultura o una sua replica, renderebbe l’esperienza decisamente più soddisfacente e su misura!

A questo proposito, ecco un reel in collaborazione tra Progetto Tiresia, Casetta Zebrina, Padova Pride e l’artista Nicky Daigoro (link esterni), che ha ideato l’opera accessibile fruibile anche da persone con disabilità visiva attraverso il tatto e presentata durante la serata!

Oltre a una guida formata, è importante avere informazioni chiare: questo può avvenire online, tramite sito e social accessibili, e fisicamente con infopoint organizzati, dove incontrare anche accompagnatorɜ disponibili in caso di bisogno.

 

E, a proposito di descrizioni, vale la pena descriversi quando si parla ad un talk, a beneficio di persone con disabilità visiva?

 

Anche qui, dipende: descrivere i colori non è di nessun interesse per persone che non ne hanno mai visto uno. Il tatto è certamente un mezzo più adeguato per conoscere esteticamente chi si ha di fronte, ma senza dimenticare l’importanza del consenso da parte delle persone con disabilità, che spesso vengono infantilizzate.

Quindi, che nessunə pensi di prendere la mano di una persona cieca o ipovedente senza consenso, perché questo è abilismo e prevaricazione, non accessibilità!

 

Un altro contesto in cui il tatto e il consenso sono fondamentali, è la musica: come si possono strutturare delle lezioni di canto e musica accessibili per persone con disabilità visiva?

 

Prima di rispondere, ci teniamo a riportare l’esperienza di Maria Esposito, fantastica cantante… Che non è stata accettata al conservatorio in quanto persona cieca.

Per mancanza di mezzi, formazione, ma principalmente per una cultura abilista che giustifica tutto questo, persino la violazione del diritto allo studio.

Quante volte lo abbiamo scritto e lo scriveremo: serve formazione. Servono consulenze, servono persone che abbiano voglia di imparare e uscire dalla propria visione abile-centrica del mondo.

Cristina Luciani, che è anche insegnante di musica e canto, dimostra che è perfettamente possibile insegnare musica a persone cieche o ipovedenti con strumenti di accessibilità assolutamente reperibili e applicabili: dagli spartiti in braille a software appositi per convertirli, fino a all’uso del tatto – anche qui, ricordandosi dell’importanza del consenso.

 

E il mondo dello sport è tanto diverso?

 

Qualche passo in più è stato fatto. Ma permane una grossa difficoltà a trovare palestre e spazi accessibili. Anche qui, la soluzione risiede in un personale formato e in un adeguamento degli spazi fisici.

E in un po’ più di dialogo: perché se da un lato è comprensibile la paura che unə iscrittə si faccia male, dall’altro solo dialogando con le persone direttamente interessate è possibile scoprire come rendere sicuro e accessibile un ambiente sportivo.

 

Tornando al mondo dell’arte e della cultura, come possiamo rendere più accessibili i libri?

 

Intanto, vediamo quali sono le soluzioni di lettura accessibile per le persone con disabilità visiva:

– libri in braille: è la modalità che più si avvicina alla lettura che conosciamo, ma al posto della vista si utilizza il tatto! Unica nota, è molto più facile impararlo fin da bambini o da giovani, proprio per l’importanza che ricopre l’uso del tatto.

– audio libri: si trovano sia su piattaforme generiche che su piattaforme ideate per persone con disabilità visiva. Il punto di forza di questa soluzione sono sicuramente le voci umane che leggono con intonazione. Tuttavia, alcune sono di doppiatorɜ professionistɜ o persone che caratterizzano in modo particolare la lettura, e se da tante persone è una caratteristica apprezzata, per altre è elemento di distrazione.

– Ebook: sono i libri in formato digitale e leggibili da sintetizzatori vocali su tutti i dispositivi.

Cosa può fare quindi lə autorə di un libro?

– assicurarsi di pubblicare la propria opera anche in formato digitale

– organizzarsi per proporre anche la versione in audiolibro.

 

Qui c’è una bella notizia! Tuttɜ noi, anche senza avere esperienza in doppiaggio o recitazione, possiamo dare il nostro contributo grazie al progetto “Libro parlato” (link esterno), che permette a persone volontarie di registrare Audiolibri gratuitamente!

 

Non solo l’accessibilità: anche la rappresentazione è spesso un problema: come si possono rappresentare al meglio le persone con disabilità visiva in film e serie tv?

 

No a supereroɜ , esempi ispirazionali, persone che solo “guarendo dalla cecità” inizieranno a vivere davvero. Qualsiasi esperienza emotiva è lecita, ma non si può generalizzare. Contrariamente a quanto si crede, non tutte le persone cieche vorrebbero vedere.

Pensiamo ad esempio a persone cieche dalla nascita, che hanno sempre vissuto senza vedere: consideriamo mai che potrebbe essere un trauma iniziare a vedere dal nulla?

Su questo consigliamo un reel (link esterno) di @_blablablind_ – Cecilia Soresina -, attivista cieca e divulgatrice.

Inoltre, è decisamente più plausibile che una persona con disabilità visiva, come qualsiasi altra, voglia sentirsi speciale in quanto brava amica, brava cantante, brava studentessa, brava professionista… Non in quanto persona disabile.

Quando vedremo una persona cieca come comparsa in un film, magari solo come passante, senza nessun ruolo particolarmente segnante? O una persona cieca protagonista che fa cose normali, o almeno non particolarmente straordinarie -se non addirittura fantasiose! – ?

La buona pratica consigliata è sempre la stessa: parlare con persone con disabilità visiva per conoscere la loro esperienza e portarla sugli schermi in modo realistico – e con attorɜ che abbiano realmente una disabilità visiva, anche se dovrebbe essere superfluo dirlo!

 

Per quanto riguarda il mondo dei social, come possiamo renderli più accessibili?

 

Immaginiamoci in questa situazione: entriamo in un’enorme stanza buia, o con colori molto sfocati e immagini confuse, ma piena di musiche e qualche volta filastrocche che si ripetono ogni tre post, ma di cui non conosciamo il contesto.

Ecco, prendendo spunto sempre dalle parole di @_blablablind_ , questi sono i social per persone con disabilità visibili quando non si pensa all’accessibilità dei contenuti che postiamo.

Cosa possiamo fare?

Ci sono sicuramente social più accessibili di altri, ma resta sempre valida l’opzione del testo alternativo quando postiamo foto o immagini con scritte – senza però perdersi in dettagli e lungaggini che spesso risultano solo noiose e portano ad abbandonare la lettura.

 

Ma alla fine, qual è la migliore best practice per rendere tutti gli eventi accessibili per persone con disabilità visive?

 

Ascoltare e collaborare.

I suggerimenti che trovate riassunti in questo articolo non avremmo mai potuto, né voluto, fornirli autonomamente. Non viviamo l’esperienza di persone cieche e ipovedenti, e conoscerne una non basta.

Ci sono associazioni, volontarɜ e attivistɜ disponibilɜ e preparatɜ per aiutare in modo pratico e specifico chiunque abbia capito l’importanza politica dell’accessibilità e voglia attivarsi concretamente. E tutto questo può già partire dalla scuola, insegnando alle persone più piccole quella “convivenza tra le differenze” di cui parla Fabrizio Acanfora e che si impara tanto facilmente da piccolɜ.

La partecipazione di persone marginalizzate a eventi culturali e politici non può essere un’opzione o una speranza, perché questa presenza – o assenza – ci dice chi ha potere di scegliere e autodeterminarsi nella nostra società.

Ci dice chi ha il potere di decidere che società vuole costruire, chi vogliamo che abbia un ruolo di potere, e chi invece può solo stare a guardare. Ci dice quanto la libertà di tuttɜ noi è in pericolo in un mondo in cui a potersi esprimere è una ristretta cerchia di persone. E allarghiamola ‘sta cerchia, anzi, leviamola proprio di mezzo va.

Vi aspettiamo ai prossimi eventi della Rassegna Antiabilista! Facciamo qualche spoiler, dai: il prossimo evento si terrà il 4 dicembre!

Parleremo con le associazioni venete che si occupano di tematiche transgender, ascolteremo un estratto di “L’ arte di rinascere”, concerto sull’euforia di genere a cura di Liam e Nicky Daigoro, e sempre con tanta musica – con l’arpa, per la precisione!  – assisteremo a uno spettacolo di live painting.

A prestissimo!

 

Articolo a cura di Francesca Pastorino, @marketing_etico (link esterno).

Foto scattata durante l'evento "Canto al buio". Sono ritratte le ospiti della serata, e la nostra mediatrice Grazia.