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VISIBILITÀ

 

 

IL SIGNIFICATO STORICO E SIMBOLICO DEL GAY PRIDE

New York, 27 giugno 1969. È da poco passata l’una di notte, siamo allo Stonewall Inn, famoso bar gay. Davanti a noi c’è una donna, il suo nome è Sylvia Rae Rivera, è molto magra, ride con qualche amico, ha dei lunghi capelli, porta gli occhiali, ha lo sguardo sveglio, ma nonostante il trucco tra le sue espressioni si può cogliere la sofferenza. Ancora non sa che negli anni a seguire diventerà il simbolo mondiale dell’orgoglio LGBT+. Fu proprio lei, infatti, a dare inizio alla rivolta omosessuale; in seguito usò le sue esperienze di vita per aiutare gli altri, diventò attivista e fondò un’associazione che si occupava delle persone transessuali senza tetto. Grazie al suo pioneristico coraggio, altri perseguitati sparsi in tutta l’America, seguirono il suo esempio ribellandosi ai soprusi e all’abuso di potere da parte della polizia. Sylvia Rivera è il Pride. Il Pride è dire: “Io sono, io esisto, che ti piaccia o no”, ma per riuscire a dirlo bisogna avere il coraggio di metterci la faccia. Questo per molte persone non è di certo semplice, soprattutto in una società che purtroppo ancora oggi è fortemente maschilista ed orientata ad un modello sociale eteronormato.

Così per le persone LGBT+ lavorare, fare sport o studiare è più difficile ed è causa di disagio sia mentale che fisico. A tal proposito la visibilità di queste persone è un argomento che particolarmente caro a Padova Pride 2018, soprattutto quando con questo termine si intende la capacità di imporre la propria presenza attraverso i mezzi di comunicazione attuali.

 

L’IMPORTANZA DEL COMING OUT

Fare coming out è rendersi visibili in quanto parte della comunità LGBT+ sia in famiglia, che sul lavoro, sia nel mondo dello sport che dello spettacolo. Mostrarsi alla luce del sole è importante ed essenziale perché è il mezzo migliore per combattere e sconfiggere l’omofobia, in modo tale che le rivendicazioni LGBT+ non siano più temi cari solamente alle associazioni della comunità (o friendly), ma che diventino una questione di interesse per l’intera società e discussi in qualsiasi ambiente della nostra quotidianità. Se si inizia a parlarne in ogni campo ciò che è percepito come diverso non spaventa più, ma diventa parte di un tutto.

A titolo esemplificativo, Padova Pride 2018 sostiene l’adesione del Comune di Padova alla rete RE.A.DY., nata per favorire l’inclusione sociale delle cittadine e dei cittadini LGBT+ e contrastare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere in ambito coordinando sinergicamente, a differenti livelli di governo, le azioni degli Enti Locali e delle Regioni finalizzate a contrastare e superare le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.

 

LA LOTTA ALL’OMOTRANSFOBIA

Per far sì che questo accada abbiamo bisogno anche di una legge contro l’omotransfobia. Il consiglio d’Europa ha stabilito che gli Stati hanno l’obbligo di proteggere le persone LGBT+ da ogni forma di discriminazione e di violenza. La proposta di legge Italiana, approvata cinque anni fa alla Camera, interverrebbe sull’argomento, introducendo il reato di discriminazione e istigazione all’odio e alla violenza omotransfobica. Purtroppo, però, essa è bloccata alla commissione giustizia del Senato.

 

RICONOSCIMENTO SOCIALE DI OGNI FORMA DI RELAZIONE E IDENTITÀ

A pagare il prezzo più alto a causa del vuoto legislativo intorno alle tematiche LGBT+ sono le famiglie omogenitoriali, la cui esistenza è ormai affermata da anni e necessita di un riconoscimento che sia in grado di tutelare in primis a livello giuridico il bene dei bambini, ma anche a livello sociale, con un’estensione dell’istituzione del matrimonio e quindi della nozione di famiglia, negata recentemente con la nascita delle unioni civili.

Padova Pride 2018 sostiene inoltre una maggiore attenzione pubblica alle molte tipologie di relazioni e identità non riconosciute poiché non monogame, come ad esempio i poliamori, ossia relazioni consenzienti fra più di due partner. Queste costellazioni sono riconosciute fino ad un numero massimo di tre partner dal 2005 nella vicina Olanda.

Eventi

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